IL TERROIR
Non una vite, non un grappolo, ma un complesso di interazioni tra suolo, radici, clima, varietà, microrganismi, tradizione e sapienza colturale.
Il termine francese terroir significa letteralmente “terreno”, ma in viticoltura assume connotazioni molto più ampie e sfaccettate ovvero è tutto ciò che dà al vino il proprio carattere, cioè qualcosa di meravigliosamente complesso e composto da innumerevoli variabili sia di carattere materiale (clima, suolo, vitigno, microbiologia) che immateriale (tradizione, reputazione, paesaggio) e dalle loro interazioni. Semplificando, possiamo considerare il terroir come una sorta di triangolo i cui vertici sono costituiti dal vitigno, dall’ambiente e dall’uomo che, interagendo tra loro in misure sempre diverse, rendono un vino unico.
Il territorio di Conegliano-Valdobbiadene, definito la “culla storica del Prosecco”, è sicuramente uno degli esempi più significativi per capire il concetto di terroir, dove l’opera dell’uomo ha valorizzato la specificità del luogo con l’uso dell’unico vitigno in grado di adattarsi in modo perfetto ai fattori ambientali; a questo si è aggiunta la bravura tecnica dei viticoltori e degli enologi. Terroir non è quindi traducibile con un solo termine ma è l’insieme di tutto ciò che dà valore al vino e rende rinomata e irriproducibile un’area viticola.
i suoli
L’origine geologica di un suolo ha una forte influenza sulla qualità del vino. La composizione del suolo è il riflesso diretto della mineralogia della roccia madre e dei processi evolutivi che hanno portato alla sua formazione. Suoli con diverse percentuali di elementi nutritivi (azoto, potassio, fosforo, sostanza organica, ecc.) determineranno sviluppi diversi nelle piante che essi accolgono. La composizione chimica del suolo concorre con i fattori fisici (tessitura, struttura, profondità, ecc.) a conferire alcune caratteristiche qualitative all’uva, come ad esempio l’acidità, il grado zuccherino, la frazione colorante e le note aromatiche. Solitamente la vite richiede terreni ben drenati, perché l’eccessiva quantità di acqua a livello delle radici influenza negativamente la sua attività e di riflesso la crescita della pianta. Si ritiene che addirittura il colore del suolo abbia un ruolo nella qualità dell’uva perché influenza l’assorbimento dei raggi solari e quindi il rilascio della temperatura nelle ore notturne. Dobbiamo ricordare che il suolo ospita l’apparato radicale della vite che è considerato il “cervello” della pianta, quindi tanto maggiore sarà il benessere delle radici e tanto migliore sarà l’adattamento della pianta all’ambiente, la qualità dei suoi frutti e del futuro vino.
GHIAIA: suoli dell’alta pianura veneta, ricchi di scheletro trasportato dal Piave e dai corsi d’acqua minori. Hanno una bassa capacità di trattenere l’acqua e quindi devono essere dotati di impianto di irrigazione. Lo sviluppo della vite è facilmente gestibile con un bilanciato apporto nutritivo e idrico. Lo strato di ghiaia, in alcuni casi, può avere uno spessore di alcune centinaia di metri.
MARNE: suoli moderatamente profondi, ricchi di argilla e con buona dotazione di sostanza organica. Buona la capacità di trattenere l’acqua tanto da garantire un buon sviluppo vegetativo pur in ambiente collinare. Sono suoli facilmente lavorabili, ma è da preferire la presenza dell’inerbimento in grado di controllare l’erosione.
SUOLI ARROSSATI: suoli collinari di origine molto antica, privi di calcare devono il loro colore all’ossidazione del ferro presente nella tessitura. Sono suoli tipici del Montello e dei Feletti dai quali si ottengono vigneti di buon sviluppo senza particolari necessità di interventi idrici e nutritivi. Non è corretto credere che conferiscano note minerali al vino prosecco.
CONGLOMERATO: suoli di collina formatosi su sedimenti fluvioglaciali composti da elementi grossolani arrotondati immersi in una matrice calcarea più o meno cementata. Sono suoli magri dato il limitato strato attivo e la bassa capacità di accumulare l’acqua piovana. La vigoria della pianta è contenuta dalle scarse risorse idriche e nutritive.
CARTIZZE E RIVE
Un paesaggio che emoziona e che si ritrova nei profumi e nei sapori del vino prosecco superiore
LE 43 RIVE DELLA D.O.C.G CONEGLIANO VALDOBBIADENE
Nel territorio di Conegliano Valdobbiadene, le “Rive” sono terreni scoscesi e ripidi, di non facile coltivazione, nei quali si raccolgono, rigorosamente a mano, uve di particolare qualità. Nell’etichettatura, la denominazione “Rive” deve essere accompagnata dal nome del Comune (o frazione) di produzione, poiché questo spumante Prosecco Superiore viene prodotto solo con uve di ogni singola riva.
COMUNE DI VALDOBBIADENE
1. Rive di San Vito
2. Rive di Bigolino
3. Rive di San Giovanni
4. Rive di San Pietro di Barbozza
5. Rive di Santo Stefano
6. Rive di Guja
COMUNE DI VIDOR
7. Rive di Vidor
8. Rive di Colbertaldo
COMUNE DI MIANE
9. Rive di Miane
10. Rive di Combai
11. Rive di Campea
12. Rive di Premaor
COMUNE DI FARRA DI SOLIGO
13. Rive di Farra di Soligo
14. Rive di Col San Martino
15. Rive di Soligo
COMUNE DI FOLLINA
16. Rive di Follina
17. Rive di Farrò
COMUNE DI CISON DI VALMARINO
18. Rive di Cison di Valmarino
19. Rive di Rolle
COMUNE DI PIEVE DI SOLIGO
20. Rive di Pieve di Soligo
21. Rive di Solighetto
22. Rive di Barbisano
COMUNE DI REFRONTOLO
23. Rive di Refrontolo
COMUNE DI SAN PIETRO DI FELETTO
24. Rive di San Pietro di Feletto
25. Rive di Rua
26. Rive di Santa Maria
27. Rive di San Michele
28. Rive di Bagnolo
COMUNE DI TARZO
29. Rive di Tarzo
30. Rive di Resera
31. Rive di Arfanta
32. Rive di Corbanese
COMUNE DI SUSEGANA
33. Rive di Susegana
34. Rive di Colfosco
35. Rive di Collalto
COMUNE DI VITTORIO VENETO
36. Rive di Formeniga
37. Rive di Cozzuolo
38. Rive di Carpesica
39. Rive di Manzana
COMUNE DI CONEGLIANO
40. Rive di Scomigo
41. Rive di Ogliano
COMUNE DI SAN VENDEMIANO
42. Rive di San Vendemiano
COMUNE DI COLLE UMBERTO
43. Rive di Colle Umberto