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OIDIO
FILLOSSERA
MAL DELL’ESCA
PERONOSPORA
FLAVESCENZA DORATA

OIDIO

L’Oidio, conosciuto anche con il nome di “Mal bianco”, è una tra le più gravi patologie di origine fungina della vite e può avere un impatto disastroso sulla produzione, portando ad una diminuzione quanti-qualitativa dell’uva prodotta. Segnalato per la prima volta nel 1847 a Parigi, l’Oidio si diffuse rapidamente in tutta Europa, giungendo in Italia nel 1851. Si sviluppa soprattutto in presenza di condizioni climatiche umide, mediamente calde e in caso di scarsa aerazione. Attacca le foglie, le infiorescenze, i tralci ancora verdi e i grappoli, ricoprendoli di un pulviscolo bianco-grigiastro che odora di fungo. Si combatte con le polverizzazioni di zolfo oppure si utilizza un antagonista dell’oidio, l’Ampelomyces quisqualis

FILLOSSERA

La Fillossera della vite è un insetto (afide) che attacca le radici delle specie di vite europee (Vitis vinifera) e le foglie di quelle americane. Questo dannoso fitofago della vite, originario del Nordamerica, è comparso in Europa nella seconda metà dell’Ottocento, provocando in breve tempo gravissimi danni ai vigneti di tutta Europa. Oggi la Fillossera è presente in quasi tutte le aree viticole del mondo (fanno eccezione piccole isole dove l’insetto non è arrivato e poche aree viticole su suoli ghiaiosi o sabbiosi dove l’afide non vive) e l’unico modo per combatterla consiste nell’innesto delle viti europee su radici (portinnesti) di viti americane: queste, convivendo da millenni con l’insetto, hanno sviluppato una resistenza che impedisce agli insetti di attaccare le radici.

PERONOSPORA

La Peronospora è una delle più gravi malattie della vite ed è causata dal fungo Plasmopara viticola che penetra nelle cellule vegetali per sottrarre il nutrimento alla pianta. La sintomatologia si manifesta in presenza di umidità con le tipiche “macchie di olio” sulla pagina superiore della foglia mentre sulla pagina inferiore compare una “muffa” biancastra formata dagli organi di riproduzione dal tipico odore di pesce. Quando viene aggredito il grappolo, la sua parte terminale si deforma, incurvandosi prima ad uncino e assumendo una colorazione brunastra per poi andare a disseccarsi. Il rame, nelle sue varie formulazioni, è il principale antiperonosporico di accertata efficacia, utilizzato sia in viticoltura convenzionale sia biologica.

MAL DELL’ESCA

Il Mal dell’esca è una malattia fungina, nota fin dall’antichità, che viene originata dalla colonizzazione di diverse specie di funghi, di cui gli agenti causali principali della malattia sono: Phaeomoniella chlamidospora, Phaeoacremonium spp., Botryosphaeria spp., Fomitiporia mediterranea. I sintomi tipici consistono in arrossamenti alternati ad aree necrotiche della lamina fogliare (“tigratura”) e la disidratazione delle bacche con disseccamento del grappolo. Nei casi più gravi provoca deperimento e morte totale della pianta. Trattandosi di malattia causata da funghi che vivono a carico del legno, le contaminazioni avvengono attraverso le ferite causate dai grossi tagli di potatura, da attrezzi di lavoro, da spollonature tardive. Principale veicolo di diffusione della malattia sono il vento e l’acqua piovana.

FLAVESCENZA DORATA

La Flavescenza dorata è una grave malattia epidemica causata da microrganismi simili a batteri, chiamati fitoplasmi. In Veneto la malattia è comparsa negli anni ’80, inizialmente su Chardonnay, ma ben presto anche il Glera si è rivelato estremamente sensibile. Il nome viene attributo dalla colorazione gialla dorata che assumono le foglie una volta colpite. La Flavescenza dorata è trasmessa da un insetto vettore, la cicalina Scaphoideus Titanus, che vive sulla vite e trasmette la malattia in modo molto efficiente. La lotta si articola in interventi di natura chimica contro l’insetto vettore e di natura agronomica con severe potature o l’estirpazione delle piante colpite. La Glera presenta una discreta capacità di reazione alla malattia e piante adulte infette, grazie ad una accorta potatura e difesa fitosanitaria possono riprendersi nel giro di 2-3 anni.